“L’occhio non vede cose
ma figure di cose
che significano altre cose”
Italo Calvino
Tempo/Movimento/Soglia rappresentano la ricerca della poetica visuale e la sperimentazione di strutture compositive con cui l’artista rappresenta l’introspezione interiore e si relaziona alle complessità esistenziali della società contemporanea. Donato partendo dalle “Verifiche” di Ugo Mulas, che ha esaurito gli aspetti tecnici della base della fotografia, si inerpica su terreni più arditi e consoni alla sua natura: quelli della percezione. E li sviluppa.
E’ così, nel procedere autonomo del suo modo di fare fotografia che evolvono pensieri e azioni artistiche e vengono coniati progetti come “La Città” che espone a Milano insieme ai lavori di Luigi Ghirri, Franco Fontana, Luigi Albertini ed altri, messi insieme dal gallerista Lanfranco Colombo. La sperimentazione del linguaggio fotografico di Fabio Donato racconta ancora oggi la circolarità del divenire, le soglie, il prima e il dopo. Come negli scatti di Madrid del 2007 dove in un’unica immagine rende viva e presente la circolarità stessa della vita. Ma la sua è una fotografia fatta anche di emozioni trasmesse e di astrazione del pensiero.
Secondo Vincenzo Trione “La fotografia di Fabio Donato non è un’arte narrativa, ma un linguaggio intimamente poetico dotato di un’intensa carica evocatrice”.
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